Assunta sette mesi fa era in pessime condizioni, ora è pronta a lasciare l’hospice: «Voglio stare con altre persone e chiacchierare»
Quando, lo scorso 3 marzo, Assunta Grano, dal ‘Murri’ era stata trasferita all’Hospice ‘La Farfalla’, non deambulava, era fortemente debilitata e, con il suo carico di 99 anni, le speranze dei familiari erano ridotte al lumicino. A distanza di sette mesi, di quell’Assunta così affaticata e ‘acciaccata’ non c’è più neanche l’ombra e, entrando nella sua stanza, ci si trova davanti una signora arzilla, con grinta da vendere, acchittata al meglio («Compriamo ancora le creme per il viso» confida la nuora) che non vede l’ora di lasciare il reparto per andare nella casa di riposo: «Voglio stare con altre persone, chiacchierare, andare a teatro, prepararmi per la festa dei 100 anni», dice con voce gentile, ma anche ferma e decisa, suscitando nella nuora e in una dei volontari de ‘L’Abbraccio onlus’ nel vederla così gagliarda. «Per noi, poterla dimettere è un successo» affermano gli operatori di un reparto (con 10 posti letto sempre occupati) pensato per accogliere pazienti oncologici in condizioni critiche, ma che non è ‘votato’ solo al dolore e alla perdita e «per il quale andrebbe piuttosto preso in considerazione il concetto di un ricovero di sollievo. Un luogo in cui mettiamo in atto terapie di supporto che, come nel caso di Assunta, consentono di controllare sintomi altrimenti incontrollabili, facendo migliorare sensibilmente la situazione. C’è ancora una conoscenza parziale e imprecisa delle cure palliative. Inoltre, l’hospice offre anche un supporto psicologico ai pazienti e ai familiari. Ci sono le lacrime, purtroppo, – aggiungono operatori e volontari de ‘L’Abbraccio odv’ che da anni offrono un valido supporto morale ma anche materiale (attraverso donazioni di arredi e progetti mirati per i pazienti) – ma si ride anche, si fanno feste e compleanni. In qualche caso, i pazienti possono trascorrere il weekend in famiglia, fuori dal reparto». E poi ci sono casi straordinari e appaganti come quello di Assunta che, al suo arrivo non deambulava, ma dopo un mese, era già in grado di camminare con l’ausilio del girello. E, grazie anche a una fibra forte e a un carattere determinato, la vispa nonnina ha presto recuperato forze e sicurezza e, ad aprile, ha festeggiato i 99 anni in hospice. «Non stavo bene quando sono arrivata, ma adesso sto bene. Vorrei camminare anche da sola – spiega quasi impaziente – ma vogliono che ci sia qualcuno vicino. Meno male che tra poco vado via, così posso farlo quando voglio». Oss e infermieri scherzano con Assunta e lei regge il gioco. C’è anche la psicologa, ma alla 99enne non è servita. «I volontari de ‘L’Abbraccio’ vengono a trovare me e gli altri pazienti, ci fanno passare il tempo». Presto Assunta lascerà il reparto ma non vuole sentire parlare di ‘ospizio’ «perché sa di vecchio».
MONTEGRANARO di Marisa Colibazzi